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I protagonisti: riepilogo

Siamo nel 1926 e Lina Merlin è una delle poche persone che si rifiuta di prestare il giuramento di fedeltà al regime, obbligatorio per gli impiegati pubblici.

Viene quindi licenziata dal suo ruolo di insegnate e in meno di 2 anni viene arrestata 5 volte e il su nome viene iscritto nell’elenco dei “sovversivi”. Lina decide quindi di trasferirsi a Milano e lì comincia a collaborare con Filippo Turati, ma viene arrestata e condannata a 5 anni di confino in Sardegna. Tornata a Miano nel 1930 incontra e sposa il medico ed ex deputato socialista Dante Gallani, ma appena 4 anni diventa vedova. Decide quindi di prendere parte attivamente alla Resistenza, donando ai Partigiani gli averi del marito e raccogliendo fondi e aiuti per loro. Insieme ad altre donne fonderà l’Unione Donne Italiane e parteciperà ad azioni di guerra Partigiane rischiando molteplici volte la propria vita. I suoi interventi nel dibattito costituzionale, quale membro della “Commissione del 75” resulteranno determinanti per la tutela dei diritti delle donne, e lasceranno un segno indelebile nella Carta Costituzionale.

Nel 1946 invece, Giorgio La Pira viene eletto all’Assemblea costituente; nello stesso anno insieme a Giuseppe Dossetti fonda l’associazione Civitas Humana. La Pira, inoltre, svolge un’opera apprezzata della Commissione dei 75, specialmente nella redazione dei principi fondamentali: l-attuale Articolo 2 della Costituzione viene infatti modellato attorno alla sua proposta iniziale.

L’ articolo 2 della costituzione italiana recita:” La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” La sua “Relazione alla Sottocommissione” accostò la centralità dell’individuo secondo la tradizione cristiana alla religione di Stato realizzata dal fascismo in Italia a causa di tale esperienza storica trovava necessaria una specifica menzione dei diritti umani nella Costituzione Italiana, per la prima vola nella storia dell’Occidente.

Il 1946 però, fu anche l’anno di Giovanni Conti, che divenne vicepresidente dell’Assemblea Costituente e in seguito fu designato presidente della sezione speciale per l’elaborazione delle norme sul potere giudiziario. Fondamentale fu il suo apporto nella stesura della Carta Costituzionale: è sua infatti la formulazione dell’articolo 104 che sancisce autonomia e indipendenza della Magistratura.

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Articolo della Costituzione italiana


Roberto Benigni spiega l'articolo 1

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Nel suo primo articolo la Costituzione italiana sancisce solennemente una discontinuità rispetto al passato. Si fonda qui lo Stato costituzionale, cioè quella democrazia nella quale la sovranità del popolo (intesa come volontà della maggioranza secondo i principi affermatisi durante la Rivoluzione Francese) si esprime “nelle forme e nei limiti della ". La rigidità della nostra Costituzione, ovvero la circostanza per cui la sua modifica non possa avvenire per mezzo della legge ordinaria, è la risposta tecnica al problema riscontrato nel costituzionalismo : la presenza di un legislatore onnipotente, ovvero privo di limiti, aveva portato infatti a decisioni arbitrarie ed ingiuste fino a consentire provvedimenti razzisti e liberticidi. La non si accontenta infatti di concedere ai cittadini la possibilità di esprimere attraverso il voto i propri rappresentanti. I nostri costituenti hanno garantito l’accesso dei cittadini alla vita politica del paese per mezzo dei partiti innanzitutto, ma anche di strumenti di democrazia diretta quali il referendum e la proposta di legge. Il riferimento al invece, che nella storia dell’articolo rappresentò un compromesso tra le diverse forze politiche, fonda il concetto di uno Stato che affida al cittadino la responsabilità del proprio futuro e valuta la dignità di ogni individuo in base a ciò che riesce a realizzare, indipendentemente dalle condizioni di partenza. Il lavoro, come si sa, è uno dei fondamenti di una . Le possibili declinazioni del concetto di lavoro costituiscono infatti la base stessa delle diverse civiltà. L’idea di “democrazia fondata sul lavoro” ci dovrebbe rimandare ad una società che immagina il lavoro come uno strumento di liberazione individuale e di emancipazione personale all’interno di un condiviso interesse generale. personale all’interno di un condiviso interesse generale. “Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne, dove caddero i , nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità andate li, o giovani, col , perché li è nata la nostra Costituzione.” « L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul La sovranità appartiene al , che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. » (Articolo 1 della Costituzione italiana)

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Rispondi in modo corretto alle seguenti domande


  • La nostra democrazia è definita:
  • rappresentativa
    assoluta
    parziale

  • Sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, chi giudica?
  • Il Tribunale ordinario
    La Corte costituzionale
    Il Consiglio di Stato

  • Sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, chi giudica?
  • Il Tribunale ordinario
    La Corte costituzionale
    Il Consiglio di Stato

  • Per la Costituzione italiana, l'Italia è una Repubblica democratica:
  • fondata sulla libertà
    fondata sul lavoro
    fondata sull'uguaglianza

  • La Costituzione come definisce l'esercizio del voto?
  • un dovere politico
    un obbligo
    un dovere civico

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